Nuovo Codice dei Contratti Pubblici: per ASSOBIM la digitalizzazione è il “motore” della modernizzazione

Le parti del testo relative alla digitalizzazione sono di grande interesse per l’associazione, in quanto la loro adozione avrà un forte impatto sul sistema e consentirà di realizzare gli obiettivi strategici e operativi che la nuova normativa si pone.

Dal 1° aprile 2023 entrerà in vigore il nuovo Codice degli Appalti, che il Governo ha approvato in esame preliminare con un decreto legislativo di riforma del Codice dei contratti pubblici, in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78.

ASSOBIM, con la finalità di essere l’associazione di riferimento nel dialogo con le istituzioni per la digitalizzazione delle costruzioni nell’intera filiera “tecnologica” del BIM, dando così rappresentatività a committenti, società di engineering, progettisti, produttori di materiali e componenti, produttori e distributori di software, fornitori di servizi BIM, esprime le sue considerazioni in riferimento al testo del nuovo Codice dei Contratti Pubblici (sulla base del testo emanato il 7 dicembre 2022).

Tra le principali innovazioni introdotte ci sono quelle legate al tema della digitalizzazione, che diviene il “motore” per modernizzare l’intero sistema dei contratti pubblici e ciclo di vita dell’appalto, attraverso l’utilizzo della Banca dati nazionale dei contratti pubblici, del fascicolo virtuale dell’operatore economico, delle piattaforme di approvvigionamento digitale e di procedure automatizzate nel ciclo di vita dei contratti pubblici. Il testo prevede inoltre una digitalizzazione integrale in materia di accesso agli atti, in linea con lo svolgimento in modalità digitale delle procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici, in modo da consentire a tutti i cittadini la possibilità di richiedere la documentazione di gara, nei limiti consentiti dall’ordinamento vigente.

“Il giudizio sul testo approvato dal Governo non può che essere positivo, poiché la parte dedicata alla digitalizzazione è rilevante e significativa e prevede procedure per la selezione e affidamento degli operatori economici, per la gestione, la progettazione e la contabilizzazione dei servizi e delle opere.” – afferma l’Ing. Adriano Castagnone, Presidente di ASSOBIM – “Si tratta di un obiettivo in linea con la sempre più necessaria digitalizzazione del settore edile che, come spesso è successo nel passato, ha manifestato ingiustificati ritardi. Risulta inoltre evidente l’obiettivo, in linea generale, di confermare e ampliare quanto già previsto nella precedente normativa riguardante il BIM (D.M. 560/2017 e D.M. 312/2021) che ha posto l’Italia all’avanguardia. Nello stesso tempo l’applicazione del nuovo Codice non è esente da potenziali rischi e da difficoltà concrete. Proprio in ragione dell’importanza strategica del decreto legislativo e della complessità delle questioni in esso disciplinate, riteniamo ci siano alcuni punti da migliorare”

Il primo punto sollevato da ASSOBIM riguarda la decorrenza indicata: 1° gennaio 2025. Entro questa data chi dovrà operare concretamente – RUP e tecnici di ogni livello – dovrà anche avere competenze adeguate, oltre, che formazione e dotazione informatica con le necessarie infrastrutture. “Auspichiamo che ci sia una forte spinta attraverso istruzioni e supporti attuativi per evitare che i tempi di applicazione siano incompatibili con gli obiettivi di efficienza ed efficacia raggiungibili e che dovrebbero essere quantificati”, sottolinea il Presidente ASSOBIM.

Inoltre l’indicazione di prevedere una formazione obbligatoria delle stazioni appaltanti prima di bandire gare BIM (invece della sola pianificazione) potrebbe risultare un ostacolo alla diffusione del metodo.

Positiva, invece, è la richiesta di adozione da parte delle stazioni appaltanti di sistemi di gestione dei modelli (CDE), anche in relazione alla sicurezza digitale. Altrettanto positivi sono i criteri premiali, ma ancora poco definiti in concreto: “È auspicabile una chiarificazione delle logiche da applicare, introducendo anche sistemi di protezione dal rischio, in particolare per le stazioni appaltanti affinché abbiano il coraggio di innovare”, continua Castagnone.

ASSOBIM suggerisce anche di rimodulare il limite di applicazione, poiché sebbene il valore della soglia minima per l’obbligatorietà dei modelli informativi digitali indicato di 1 milione di euro sia ragionevole, indicare un valore monetario potrebbe essere fuorviante: esistono lavori di grande entità economica composti da poche voci (ade esempio, lavori stradali), al contrario anche lavori di scarsa entità economica (ad esempio, impianti tecnologici) possono presentare grande complessità e avere quindi la necessità del BIM.

Altre osservazioni da parte di ASSOBIM riguardano il regime transitorio dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice dei Contratti Pubblici: non è chiaro se la normativa precedente, DM560/2016 e DM312/2021, rimarrà in vigore, in particolare per l’applicabilità delle soglie di obbligatorietà riferite agli anni 2023-2024 e per l’obbligatorietà su progetti avviati prima del 1° gennaio 2025, che al momento risulta essere l’unica data di obbligatorietà prevista dal nuovo Codice.

Con riferimento all’interoperabilità, citata in più punti del nuovo testo e derivante dalla normativa europea, è poi importante porre attenzione sull’obbligo di utilizzo di “piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari”, vista la non piena maturità dei formati aperti disponibili.

ASSOBIM porta l’attenzione anche sulle attività subappaltabili nell’ambito dei servizi di ingegneria (progettazione e direzione lavori) e sottolinea l’importanza di non porre limitazioni significative, dal momento che molte società di ingegneria potrebbero, al momento, non essere dotate di competenze interne specifiche in ambito BIM e quindi avranno la necessità di affidarsi al subappalto.

Infine, ASSOBIM rilancia il suo ruolo di punto di riferimento della filiera tecnologica per le costruzioni: nel nuovo Codice dei Contratti Pubblici viene indicata, previa emissione di un successivo decreto, l’istituzione di una commissione di monitoraggio. “ASSOBIM si rende disponibile a partecipare a questa commissione, mettendo a disposizione i dati dei periodici monitoraggi e rilievi che svogliamo presso gli operatori.” – conclude il Presidente ASSSOBIM –Ribadiamo il nostro impegno nel mettere in campo iniziative volte a promuovere la diffusione della metodologia BIM e a perseguire la digitalizzazione dei processi costruttivi.

 

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